Una battaglia legale contro la frode nel mondo della ristorazione casalinga, già denunciata pubblicamente ed alle autorità da oltre 2 anni
Il 6 Maggio, Gaetano Campolo, CEO della Home Restaurant Hotel srl, ha fatto un esperienza in Home Restaurant presso la residenza della Cesarina Antonella a Reggio Calabria con l’intento di dimostrare alle Autorità l’illegalità del sito web Cesarine. Il tutto era stato prenotato e pagato in anticipo sul sito Cesarine. La polizia di stato nella figura del Dottore Malara, il 112 ed il 117 sono stati avvisati e nessuno ha ritenuto opportuno inviare nessuna volante per verificare l’illegalità della signora Salvago. Ciò che è successo è stato trasmesso in diretta su Facebook, ma la situazione ha preso una piega ancora più inquietante con l’intervento del marito della Cesarina, il Dott. Giovanni Liotta, Direttore della Commissione Tributaria di Reggio Calabria, che ha tentato di vendere una Cooking Class nonostante l’attività sospesa. Cesarine si presenta come un sito per prenotare Cooking Class, ma offre anche la possibilità di prenotare esperienze di Home Restaurant in tutta Italia. Campolo ha immediatamente denunciato l’accaduto presso le autorità competenti, nonostante una denuncia simile presentata 16 mesi prima. Tuttavia, l’abilità delle Cesarine nel sottrarsi alle autorità locali sembra senza precedenti, secondo Campolo, che lotta per i diritti nel settore Home Restaurant dal 2017. Campolo accusa le Cesarine di avere il sostegno di Confcommercio nel tentativo di distruggere il settore, escludendo coloro che potrebbero essere un ostacolo al loro sistema e utilizzando solo individui compiacenti. “Abbiamo numerosi italiani truffati ed esclusi dalle Cesarine, nonostante le loro affermazioni di essere aperti a tutti”, dichiara Campolo, puntando il dito anche contro Maria Ameli di Banca Generali, che ha finanziato il progetto.
La sfida per Campolo non finisce qui. È determinato a smascherare altre Cesarine in diverse città italiane e anche gli Home Restaurant che operano in modo professionale utilizzando la partita IVA, un’azione che ritiene illegale in assenza di leggi specifiche e dannosa per la crescita del settore.