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Orecchiette Gate: Un Business da 4,8 Milioni di Euro l’Anno tra Illegalità e Inganno ai Turisti

Nel 2024, Bari ha registrato un boom turistico senza precedenti, accogliendo ben 1,6 milioni di visitatori. Tra le attrazioni più iconiche, il suggestivo Arco Basso di Bari Vecchia è noto per le sue “pastaie” che lavorano all’aperto, preparando e vendendo orecchiette fatte a mano. Tuttavia, dietro questa pittoresca immagine si cela una realtà ben diversa: una truffa commerciale di larga scala.

 

Un giro d’affari milionario: i numeri non tornano

Secondo le stime, almeno il 30% dei turisti acquista le celebri orecchiette prodotte nelle viuzze di Bari Vecchia, spendendo in media 10 euro a persona. Facendo un rapido calcolo:

 

Incasso annuale stimato:  

  1.600.000×30:100= 480.000 Turisti ×      10€ di spesa a turista = 4.800.000€ 

  

Incasso giornaliero medio (su 365 giorni):  

 4.800.000€ : 365 = 13.150€ al giorno 

 

E questo senza contare la vendita di altri prodotti tipici come taralli, focacce e sott’oli, che contribuiscono ulteriormente ad alimentare un’economia sommersa fuori da qualsiasi regolamentazione fiscale e igienico-sanitaria.

 

L’inganno delle orecchiette fatte in casa: impossibile produrre così tanto

Per soddisfare un simile volume di vendite, sarebbe necessario produrre tonnellate di orecchiette ogni anno. Tuttavia, una produzione casalinga non potrebbe mai reggere questi numeri, per diverse ragioni tecniche:

 

1. Essiccazione impossibile con metodi casalinghi  

   – Le orecchiette fresche devono essere essiccate per poter essere conservate e vendute. L’essiccazione naturale richiede giorni interi in ambienti controllati, con temperatura e umidità costanti.  

   – In un contesto casalingo, l’unico metodo possibile è un essiccatore domestico, che ha una capacità molto limitata (circa 1-2 kg per ciclo).  

 

2. Produzione giornaliera limitata  

   – Una pastaia esperta può produrre circa 10 kg al giorno, lavorando a ritmo sostenuto. Se tutte le pastaie di Bari Vecchia lavorassero ogni giorno senza sosta, si arriverebbe a una quantità di produzione nettamente inferiore alla domanda turistica stimata.  

 

3. Il vero mercato: pasta industriale spacciata per artigianale  

   – Dati i numeri, è altamente probabile che molte delle orecchiette vendute ai turisti non siano realmente fatte a mano, ma provengano da industrie locali e vengano rivendute come “artigianali”.  

 

Gaetano Campolo smaschera l’illegalità: “Le pastaie non sono Home Restaurant”

Il CEO della piattaforma Home Restaurant Hotel, Gaetano Campolo, insieme al suo team, ha condotto uno studio approfondito sul fenomeno, recandosi di persona a Bari Vecchia da novembre 2024. Le sue conclusioni sono chiare:  

 

“C’è una forte illegalità dietro il fenomeno delle orecchiette dell’Arco Basso. Le pastaie non sono Home Restaurant, come erroneamente affermato da Mi Manda Rai Tre, ma semplicemente venditrici abusive di pasta. Nessuna di loro potrebbe produrre più di 10 kg di orecchiette al giorno con strumenti casalinghi, e l’essiccazione con essiccatori domestici è impossibile per i numeri richiesti dal turismo di massa.”  

 

Campolo sottolinea anche che l’utilizzo improprio del concetto di Home Restaurant per giustificare queste attività è fuorviante: un Home Restaurant è un’attività autorizzata, con regole che rispondono alla Costituzione Italiana in assenza di legge nazionale, ben diversa da una vendita abusiva di pasta in strada.

 

Conclusione: una tradizione da tutelare, ma nella legalità

Le orecchiette di Bari Vecchia rappresentano un simbolo culturale importante, ma il fenomeno dell’Arco Basso, così come è gestito oggi, mina la legalità e la sicurezza alimentare. È necessario un intervento normativo per garantire che questa tradizione venga preservata nel rispetto delle regole, senza ingannare i turisti con una produzione che, nei numeri reali, è semplicemente impossibile da sostenere in un contesto artigianale.

Author: Gaetano

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