Nella giornata odierna, un nuovo capitolo si apre nel dibattito legale attorno al settore dell’Home Restaurant, con la sentenza relativa al caso Montopoli. Tuttavia, ciò che emerge non è solo una decisione giudiziaria, ma anche una fitta trama di accuse e controaccuse che coinvolgono attori di spicco come la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) e Confcommercio.
Il Giudice ha pronunciato una sentenza che non menziona affatto la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), ma nonostante ciò la Fipe ha tempestivamente diffuso una nota stampa affermando il contrario, sostenendo che il Giudice avesse chiaramente indicato l’obbligo della SCIA. Questo ha scatenato una reazione decisa da parte degli interessati nel settore dell’Home Restaurant, che si preparano a agire legalmente contro le false affermazioni diffuse dalla lobby della Fipe e Confcommercio.
Secondo Campolo, CEO della Home Restaurant Hotel Srl, questa non è che l’ultima di una serie di azioni mirate a danneggiare il settore dell’Home Restaurant attraverso la diffusione di fake news. Campolo ha denunciato solo negli ultimi dieci gioeni episodi di disinformazione in Puglia da parte del sindaco di Porto Cesareo e in Emilia con le diffamazioni della lobby CNA (Confartigianato). Addirittura, durante il Vinitaly, è emersa la presenza di una presunta startup illegale, le Cesarine, che da anni diffonde notizie false nel settore dell’Home Restaurant, supportata proprio da Confcommercio.
La domanda che sorge spontanea è: l’Italia è davvero un Paese di Diritto? Campolo solleva questo interrogativo rivolto sia al Presidente Sergio Mattarella che alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, evidenziando la necessità di un intervento chiaro per contrastare la diffusione delle fake news e proteggere l’integrità del settore dell’Home Restaurant.
In un contesto in cui la verità sembra essere distorta dalle influenze delle lobby e dei massoni, diventa sempre più urgente garantire un sistema giuridico solido e imparziale, che tuteli non solo i diritti degli operatori economici, ma anche la fiducia dei cittadini nell’informazione e nella giustizia.