La vicenda delle pastaie di via Arco Basso a Bari Vecchia continua a far discutere, alimentando polemiche che toccano temi di legalità, equità e trasparenza amministrativa. L’utilizzo abusivo del suolo pubblico, la frode alimentare e la disinformazione istituzionale rappresentano il fulcro di una questione che va ben oltre la tradizione culinaria locale. L’aspetto centrale riguarda il trattamento privilegiato che queste attività sembrano ricevere rispetto agli esercenti regolari, che si trovano a rispettare normative stringenti e costi elevati per poter operare.
L’Utilizzo Abusivo del Suolo Pubblico
Uno dei punti più controversi riguarda l’utilizzo del suolo pubblico senza autorizzazione da parte delle pastaie. Da anni, via Arco Basso è diventata famosa per le donne che lavorano la pasta all’aperto, trasformando la strada in una vetrina a cielo aperto per i turisti. Tuttavia, questa attività, apparentemente spontanea e pittoresca, si configura come una chiara violazione della normativa vigente.
Le pastaie utilizzano spazi pubblici senza versare alcun canone o richiedere autorizzazioni, come invece è obbligatorio per tutti gli altri esercenti. Questa disparità crea un evidente vantaggio competitivo per le pastaie, che possono operare senza sostenere i costi che gravano su chi utilizza regolarmente il suolo pubblico, come bar, ristoranti e negozi. Inoltre, l’assenza di autorizzazioni significa che non esistono controlli adeguati sull’igiene e sulla sicurezza, creando ulteriori rischi per i consumatori.
Il Silenzio delle Istituzioni
L’assessore Pietro Petruzzelli è stato accusato di chiudere un occhio su questa situazione. Nonostante l’utilizzo abusivo del suolo pubblico sia una violazione chiara, non sono state comminate multe né adottate misure per regolarizzare l’attività delle pastaie. L’assessore ha giustificato questa inazione con il valore turistico e culturale rappresentato dalle pastaie, ma questa posizione ha sollevato dubbi e critiche. Secondo i detrattori, questa tolleranza rappresenta un pericoloso precedente che mina la credibilità delle istituzioni locali e alimenta il malcontento tra i commercianti regolari, costretti a sostenere costi e adempimenti burocratici per poter operare.
La Frode Alimentare e la Disinformazione
Oltre all’utilizzo illegale del suolo pubblico, è emerso un altro aspetto particolarmente grave: le orecchiette vendute dalle pastaie, presentate come artigianali, sarebbero in realtà di produzione industriale. Questo inganno non solo danneggia l’immagine della tradizione barese, ma costituisce una violazione delle norme di tutela del consumatore.
Inoltre, alcune istituzioni e media – tra cui Ansa e Mi Manda Rai Tre – avrebbero tentato di disinformare l’opinione pubblica, presentando la vicenda come legata al fenomeno degli home restaurant, quando in realtà si tratta di veri e propri esercizi pubblici abusivi. Questa confusione sembra essere stata alimentata per sviare l’attenzione dalle responsabilità amministrative e dalle irregolarità delle attività in questione.
La Denuncia di Gaetano Campolo
In questo contesto si inserisce l’intervento di Gaetano Campolo, CEO della piattaforma Home Restaurant Hotel, che ha denunciato con fermezza sia le irregolarità delle pastaie sia il comportamento delle istituzioni. Campolo ha sottolineato come queste attività si configurino come esercizi pubblici abusivi, operanti in locali non accatastati per uso commerciale, e come l’assenza di sanzioni rappresenti un grave esempio di favoritismo. Campolo ha dichiarato che segnalerà l’assessore Pietro Petruzzelli e il comandante della polizia municipale Michele Palumbo alle autorità competenti, sottolineando che l’applicazione della legge non può essere discrezionale. «Il principio di legalità deve valere per tutti», ha affermato Campolo, «e chi paga regolarmente per l’utilizzo del suolo pubblico ha il diritto di vedere applicate le stesse regole anche a chi opera in modo abusivo.»
Il Ruolo di FIPE e Confcommercio
Anche le associazioni di categoria come FIPE e Confcommercio sono finite nel mirino delle critiche. Nonostante rappresentino gli interessi di commercianti che pagano regolarmente per il suolo pubblico, queste organizzazioni hanno preso una posizione chiara sulla vicenda, chiudere un occhio calvalcando l’onda della disinformazione contro il settore Home Restaurant addirittura aiutando le Pastaie l’assessore Petruzzelli per un “rischioso” percorso di legalità contro la Costituzione Italiana. Questo atteggiamento delle Associazioni di Categoria, secondo molti, tradisce una mancanza di volontà di difendere gli associati e alimenta un senso di ingiustizia tra gli esercenti regolari.
Per concludere
Il caso delle pastaie di Bari Vecchia è emblematico di una gestione amministrativa ambigua e di un’applicazione della legge che sembra favorire alcuni a discapito di altri. L’utilizzo abusivo del suolo pubblico, la frode alimentare e la disinformazione istituzionale rappresentano un mix esplosivo che danneggia la credibilità delle istituzioni e la fiducia dei cittadini.
Come sottolineato da Gaetano Campolo, è fondamentale ristabilire l’equità e la trasparenza, garantendo che tutti gli operatori economici siano trattati allo stesso modo. Tradizione e cultura non possono essere utilizzate come scuse per giustificare comportamenti illeciti: il rispetto delle regole è l’unica strada per garantire uno sviluppo sostenibile e rispettoso delle normative, così come assurdo aver assoggettato la truffa commerciale delle orecchiette al settore Home Restaurant.