Il vuoto normativo avvantaggia solo il sistema “massomafioso” che si nasconde dietro altre piattaforme di Home restaurant, come le Cesarine
Home restaurant, le regole ci sono, ma senza una legge quadro regna l’anarchia e l’illegalità
Gaetano Campolo, Ceo e fouder della società Home Restaurant Hotel srl, nel corso di un’intervista ad Affaritaliani ci tiene a fare chiarezza sul settore dell’home restaurant, la ristorazione a domicilio, e sull’urgenza di regolamentarlo. Per questo motivo si sta battendo nelle sedi competenti per indurre il Governo a premiare chi lavora onestamente e a far cessare gli abusi di chi approfitta del cono d’ombra.
Le condizioni necessarie per svolgere attività di Home restaurant sono prima di tutto il dare comunicazione in Questura per tracciare il carattere occasionale; indicare sul citofono la dicitura “Home restaurant” per agevolare eventuali controlli. Inoltre va fatto rispettare il limite di 3 aperture settimanali, bisogna fatturare un massimo di 5000 euro all’anno con rilascio di ricevuta non fiscale (non è richiesta la partita IVA, né avere un codice Ateco o presentare la Scia in Comune ndr). Non bisogna percepire soldi tramite sito web da parte delle piattaforme e, infine, è vietato alle stesse nascondere i dati dei propri iscritti
A partire da questo quadro, Campolo argomenta che altre piattaforme concorrenti alla sua, come le Cesarine, non rispettano queste regole: “Loro non danno regolare comunicazione in Questura delle attività che svolgono (definendosi sul proprio sito ufficiale “la più antica rete di cuoche casalinghe d’Italia”), oscurano i dati degli aderenti e percepiscono 65 euro tramite il sito web prima della prenotazione”.
Le accuse contro le Cesarine: “Sono un sistema parallelo infiltrato nel business dell’Home Restaurant”
Secondo l’imprenditore di Home restaurant hotel, “le Cesarine si spacciano per una start up (ammissibile per un periodo che non superi i 7 anni) ma sono presenti dal 2004 e attualmente riuniscono oltre 1500 cuoche e cuochi amatoriali da tutta Italia. Il sistema di cui parlo parte da Bologna e rallenta la crescita di imprenditori onesti a favore di industriali che agiscono attraverso start up di comodo per la defiscalizzazione”.
Dietro questo stato di cose ci sarebbe, secondo Campolo “la famiglia Cazzola, già alla presidenza del Bologna Calcio e della squadra di pallavolo, che conta sull’appoggio di Fineco Bank e della Confcommercio. Proprio quest’ultima si è esposta contro il bollettino dell’Antitrust che nel 2017 ha bocciato la validità del ddl che nello stesso anno imponeva restrizioni illegittime all’attività degli Home restaurant”.
Di recente, alcuni home restaurant delle Cesarine sono stati protagonisti nel programma Home Restaurant con Giorgio Locatelli ed Enzo Miccio in onda su Sky Italia e Tv8. Secondo il Ceo calabrese, “questa popolarità avalla l’illegalità e il mercato sommerso. La categoria dell’Home Restaurant non deve essere più associata a canali irregolari come questo che attaccano invece l’operato di persone che fanno impresa onestamente come noi”.
Campolo prosegue con ulteriori vicissitudini: “Ultimamente ci siamo battuti per dimostrare che la multa fatta alla IAD (Impresa alimentare domestica) a Parma sia stata erroneamente associata all’Home restaurant solo per farci cattiva pubblicità. Lo stesso episodio dello scorso anno a Savona, quando alcuni nostri iscritti subirono improvvisamente controlli e sanzioni dalla Questura, che si è poi risolto a nostro favore con l’accertamento della documentazione che abbiamo fornito alla Polizia di Stato, la quale ha prontamente rimosso il link che risultava come fonte alle varie testate che ne avevano dato notizia come fossero irregolarità della nostra piattaforma”.
Campolo: “Chiediamo l’intervento del Governo con una legge quadro nazionale sul settore Home restaurant, noi ci siamo!”
Gaetano Campolo conclude con un appello rivolto a tutti i livelli, dai politici ai liberi cittadini: “Noi, come Home restaurant hotel, abbiamo lanciato una petizione su Change che ha già raccolto circa 800 firme, invitiamo tutti a sostenere la nostra causa, per fermare l’agire incontrollato di persone ambigue che fanno attività di lobby e uccidono il lavoro onesto e alla luce del sole”.
Intervista rilasciata e realizzata da Affari Italiani